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Sfatiamo i miti alimentari: mangiare carboidrati la sera fa ingrassare?

Durante il corso per la qualifica di estetista parliamo spesso di alimentazione. Nel nostro programma didattico viene insegnato il valore dei diversi nutrienti e i principali aspetti di un alimentazione sana e bilanciata. Una delle domande che le studentesse mi pongono spesso è: ma i carboidrati mangiati di sera non fanno ingrassare? La risposta breve è no, i carboidrati consumati nel pasto serale NON fanno assolutamente ingrassare maggiormente rispetto a quelli consumati al mattino. Non esiste alcun meccanismo metabolico che trasforma i carboidrati in grasso allo scoccare della mezzanotte. Quello che conta è il bilanciamento calorico dell’intera giornata. Perciò se consumiamo un bel piatto di pasta a cena non vedremo il peso aumentare sulla bilancia il mattino successivo. E’ ovviamente importante non assumere carboidrati IN ECCESSO, quello si che ci farebbe ingrassare. Il timing, o tempo di assunzione, di questi nutrienti però non è rilevante per la nostra composizione corporea. Spesso invece mangiare i cibi ricchi di amido nel pasto della sera ci aiuta ad avere un sonno più profondo durante la notte. L’aumento dell’insulina indotto dal consumo del pasto si manifesta con una sensazione di torpore e sonnolenza che ci predispone al sonno notturno. Ci di noi non ha mai desiderato fare un bel pisolino dopo un piatto di pasta mangiato nel pranzo? Se dobbiamo essere attivi nella parte pomeridiana della giornata conviene fare un pasto leggero composto prevalentemente da proteine, grassi e l’immancabile verdura. I carboidrati non devono essere esclusi da questo pasto ma sarebbe preferibile scegliere quelli con minore indice glicemico come ad esempio l’avena o il riso integrale associati idealmente ai preziosissimi legumi. Consumare carboidrati la sera potrebbe avere un altro effetto migliorativo sulla nostra dieta, molti studi hanno indicato che chi ha la tendenza a consumare dolciumi nella fase serale può in effetti avere un migliore controllo alimentare se nel pasto della cena viene inclusa una porzione di alimenti ricchi in amido (pasta, pane, patate, riso, polenta etc etc). Molto spesso infatti è nel pasto della sera che cerchiamo una gratificazione alimentare, per moltissime persone questo è rappresentato da un bel piatto di pasta, posizionarlo in maniera strategica nella giornata ci aiuta quindi a sentirci più soddisfatti della nostra dieta e faremo meno fatica a seguirla. 

CIBO, RELAZIONI E RAPPRESENTAZIONE DI SE’

Mangiare è una delle basilari attività umane finalizzate alla sopravvivenza individuale e della specie.
Quello dell’alimentazione è un terreno nel quale troviamo strettamente correlati corpo e mente, individuo e società e, soprattutto, la rappresentazione delle relazioni sia con il Sé che con la famiglia e la società.
Partendo dai vissuti infantili in tema di nutrizione, è possibile ritrovare nella fase dell’allattamento quanto questa sia la principale forma di relazione nella quale il bambino sperimenta il legame affettivo con la madre, esperienza che avviene non solo attraverso il contatto fisico con lei, ma anche in base a come il cibo viene fornito, se con cura e dolcezza, oppure in maniera distaccata ed emotivamente poco coinvolgente. Mangiare, allora, può divenire contemporaneamente esperienza di tenerezza e
affetto, ma anche sinonimo di distanza o, addirittura, di distruzione e aggressività. Per comprendere ciò, basterebbe soffermarsi sulle azioni associate al mangiare, come mordere, triturare e distruggere, che divengono canali di manifestazione della rabbia.
Il cibo, inoltre, è da ritenersi come oggetto di mediazione nelle relazioni, poiché si condivide con gli altri, divenendo così anche luogo di incontro col sociale e di contatti interpersonali. In tale ottica, è possibile leggere dietro al rifiuto del cibo, sintomo comunemente riscontrato nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, un modo indiretto di rifiutare l’altro.
E cosa succede in adolescenza rispetto ai cambiamenti alimentari?


Le modificazioni tipiche di questa fase del ciclo vitale investono la sfera psicofisiologica e sociale, oltre che quella alimentare. Tali importanti cambiamenti spingono l’adolescente nella direzione di provare nuove esigenze alimentari, necessarie alla soddisfazione di altrettanti nuovi bisogni, o segnalare specifiche problematiche. Ad esempio, le trasformazioni fisiologiche dell’adolescente, conducono alla necessità di soddisfare bisogni calorici maggiori, mentre in ambito più strettamente
psicologico, si fa strada il tentativo di allontanarsi da tutto ciò che riconduce indirettamente all’infanzia, rottura simbolicamente rappresentata dal rifiuto di quegli alimenti consumati in precedenza.
Inoltre, le modificazioni fisiche che l’adolescente vive, possono renderlo molto vulnerabile alle critiche degli altri sul proprio corpo, attivando una risposta di controllo sul suo aspetto, che può manifestarsi anche attraverso la scelta di rifiutare il cibo, fare diete o dedicarsi a drastiche restrizioni alimentari.

Ecco allora che il terreno della nutrizione e dell’alimentazione diventa quel banco di prova per la definizione di Sé, per ricercare l’autonomia e l’indipendenza dai mandati familiari, dalle regole di obbedienza ad essi e per sperimentare il controllo. Rifiutare un pasto a tavola con la propria famiglia segnala, spesso, l’intento di sfidare l’autorità genitoriale e quelle regole educative che passano attraverso il rispetto e l’obbedienza, nel tentativo di affermare così la propria identità.
Mangiare dunque rappresenta per l’adolescente un’esperienza centrale che segna il passaggio verso il processo di separazione/individuazione, tipico di questa fase di vita. Attraverso le scelte alimentari che fa, può tentare di ricercare la propria autonomia e imparare a ridefinire se stesso, a regolarsi nella relazione con i pari e a rivalutare la posizione che occupa all’interno della famiglia.

Dott.ssa Ilaria Corona, Psicologa e Psicoterapeuta

COMUNICAZIONE INTERPERSONALE: LA BASE PER COSTRUIRE RELAZIONI

La comunicazione rappresenta l’aspetto essenziale nel processo di scambio relazionale in ogni contesto, dai rapporti familiari, a quelli di amicizia o di contatto con la clientela, come per chi lavora nel settore dell’estetica. Spesso siamo abituati a conferire alla modalità comunicativa verbale un ruolo di primo piano nella trasmissione chiara e corretta di un messaggio, trascurando l’efficacia e il valore del non verbale. Le parole sono indubbiamente importanti, fondamentali quando abbiamo bisogno di esprimere il contenuto delle informazioni che desideriamo trasmettere e farle comprendere al meglio, come ad esempio se abbiamo l’esigenza di persuadere la cliente ad accogliere un suggerimento circa un nuovo trattamento da poter provare, o quando le proponiamo uno specifico prodotto descrivendone le proprietà e gli effetti benefici, ma il mezzo verbale non è l’unico da considerare né da ritenersi come il principale. Ci sono numerose altre componenti comunicative che hanno valore di messaggio e che influenzeranno non solo l’efficacia e la validità di quanto diciamo, ma anche la costruzione di un funzionale rapporto con la clientela. Tra questi possiamo menzionare il tono e il volume della voce, i silenzi, le pause, la velocità espositiva, la cura del nostro aspetto, le espressioni del volto ecc… In altre parole, tutti i nostri comportamenti, da quelli più evidenti a quelli apparentemente impercettibili, rimandano molteplici informazioni su di noi, sulle emozioni che proviamo e sul quello che, più o meno consapevolmente, intendiamo trasmettere agli altri. Attraverso la comunicazione verbale e soprattutto non verbale esprimiamo inoltre la natura del legame che abbiamo con il nostro interlocutore. Ciò a cui bisogna fare molta attenzione è l’interpretazione del messaggio che darà colui che lo riceve, come la cliente che interagisce con la professionista. Il senso o significato di un messaggio dipende in larga parte dal punto di vista, soggettivo e unico, del ricevente, ciò condizionerà l’accoglienza del messaggio stesso e produrrà interpretazioni diverse che prescindono dalle nostre intenzioni comunicative, al punto da stravolgerne spesso il senso. Certamente non possiamo avere il controllo su quanto gli altri interpretano, ma possiamo fare in modo con alcuni accorgimenti, di ridurre il rischio di passare messaggi negativi o contraddittori. Andrebbe quindi posta molta attenzione ai dettagli, soprattutto nel momento in cui si incontra per la prima volta una nuova cliente, non tralasciando in primo luogo la cura del proprio aspetto esteriore. A ciò va associato un abbigliamento specifico, come la divisa, che rimandi in modo diretto e immediato il ruolo professionale ricoperto, la postura, rigorosamente aperta ad indicare disponibilità alla relazione e accessibilità all’interazione. Da non sottovalutare sono anche indicatori espressivo-facciali che hanno il compito di trasmettere gli stati d’animo provati condizionando anche le reazioni emotive del nostro interlocutore in una dinamica circolare, come lo sguardo e il sorriso, l’assenza di quest’ultimo non può mai rendere del tutto efficace l’accoglienza. Anche l’orientamento spaziale, ossia la collocazione nell’ambiente in cui ci troviamo e la distanza interpersonale che intercorre tra noi e gli altri, occupano un ruolo fondamentale. E’ necessario ricordare che la distanza fisica tra coloro che comunicano è condizionata dal tipo di relazione che hanno. Ciò spiega il perché tolleriamo con difficoltà la vicinanza eccessiva, o addirittura il contatto fisico, con chi non conosciamo, mentre è gradita nelle relazioni significative, esclusive ed affettive. Per tale ragione, nella prima fase di conoscenza della cliente è bene rispettare questo limite naturale non invadendo, durante la conversazione, il suo spazio privato, cercando quindi di evitare che si senta a disagio, un stato emotivo negativo che potrebbe compromettere sul nascere la relazione professionale, causandole inoltre imbarazzo e difficoltà anche durante la fase di esecuzione del trattamento per cui si era rivolta al centro estetico. Per coloro che lavorano nel settore dell’estetica è basilare acquisire una competenza comunicativa adeguata così da garantire alla clientela la comprensione delle specifiche esigenze, il rispetto dell’emotività situazionale di ognuna, allontanando l’eventualità che possano sentirsi in difficoltà e non accolte.                  

Dott.ssa Ilaria Corona, Psicologa e Psicoterapeuta

Cos'è lo scrub?

La parola scrub deriva dall'inglese e vuol dire "strofinare". È un trattamento di cui la nostra pelle ha veramente bisogno. Lo scopo principale e di ottenere una lieve abrasione, grazie al suo contenuto granuloso, che rimuove le cellule morte dallo strato superiore dell'epidermide favorendo l'ossigenazione dei pori cutanei. Attraverso il massaggio che si effettuerà andremo a stimolare il ricambio cellulare e la circolazione. La pelle risulterà più liscia, levigata, compatta e luminosa in grado di assorbire i principi attivi contenuti nelle creme che applicherete successivamente (anticellulite, snellenti, rassodanti). Inoltre lo scrub aiuta a rendere il colore della nostra pelle più omogeneo. L'applicazione deve essere effettuata attraverso movimenti circolari dal basso verso l'altro. Un consiglio importante è quello di farlo durante la doccia o comunque dopo aver bagnato la pelle con acqua calda in modo da addolcire il trattamento. Dopo aver risciacquato bene applicare una quantità generosa di crema idratante. Esfoliare il corpo una o due volte a settimana sarebbe la frequenza più indicata. Lo scrub è composto da una base cremosa o oleosa e da una componente abrasiva ed esfoliante. In ottimo fai da te può essere preparato con i fondi del caffè. Il quale oltre all'effetto esfoliante può rivelarsi utile anche contro la cellulite. Sarà sufficiente miscelare i fondi del caffè con olio di mandorle dolci dalle ben note proprietà elasticizzanti.

Le nuove frontiere del tatuaggio

Mai come negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo grandioso delle tecniche di tatuaggio. Una volta quest'attività era semplicemente associata all'estetica del corpo, all'espressione di una forma d'arte ma negli ultimi anni il tatuaggio si sta rivelando un valido supporto in aree professionali diverse. In particolar modo le applicazioni di ambito clinico sono diventate comuni, spesso si assiste infatti ad una collaborazione tra tatuatore e medico. Dalla ricostruzione del sopracciglio nei casi di alopecia, alla copertura delle cicatrici con la dermopigmentazione, alla ricostruzione del capezzolo dopo una mastectomia, i tatuatori oggi si trovano ad un'interfaccia con dermatologi, oncologi e psicologi.Non solo si sono oggi nuove aree di applicazione ma si sta sviluppando pigmenti per il tatuaggio modifica che prevede per esempio reagire al valore della glicemia e quindi essere di aiuto ai diabetici, o nel caso delle allergie il pigmento potrebbe cambiare colore per avvertire della presenza dell 'allergene nell'ambiente. Oltre agli utenti clinici i tatuaggi hanno trovato ampia applicazione nel mondo dell'estetica con l'uso di pigmenti e tecniche specifiche per il trucco e non solo, è possibile infoltire le sopracciglia, disegnare lentiggini, usare una discromia cutanea e usare usare ad armonizzare o migliorare le caratteristiche del volto. o nel caso delle allergie il pigmento potrebbe cambiare colore per avvertire della presenza dell'allergene nell'ambiente.Oltre agli utenti clinici i tatuaggi hanno trovato ampia applicazione nel mondo dell'estetica con l'uso di pigmenti e tecniche specifiche per il trucco e non solo, è possibile infoltire le sopracciglia, disegnare lentiggini, usare una discromia cutanea e usare usare ad armonizzare o migliorare le caratteristiche del volto. o nel caso delle allergie il pigmento potrebbe cambiare colore per avvertire della presenza dell'allergene nell'ambiente. Oltre agli utenti clinici i tatuaggi hanno trovato ampia applicazione nel mondo dell'estetica con l'uso di pigmenti e tecniche specifiche per il trucco e non solo, è possibile infoltire le sopracciglia, disegnare lentiggini, usare una discromia cutanea e usare usare ad armonizzare o migliorare le caratteristiche del volto.

Per poter svolgere la professione è quindi necessario affrontare una formazione professionale, non è sufficiente avere passione per il disegno. La pratica del tatuaggio è una pratica molto invasiva che espone l'operatore e il cliente a rischi non trascurabili di trasmissione di malattie infettive. Nel nostro corso professionale oltre alle tecniche di progettazione del tatuaggio, insegniamo ai nostri alunni le tecniche di profilassi e le pratiche di igiene per la certificazione professionisti competenti e di livello. Nel corso imparerete cosa sono i microorganismi e come assistiamo il rischio di infezione, come pulire, disinfettare e sterilizzare gli strumenti, le nozioni di base dell’anatomia della pelle e degli annessi cutanei e grazie al supporto di video e di osservazioni al microscopio faremo insieme un viaggio alla scoperta di questo fantastico mondo.

 

 

PROFESSIONALITA’: L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE TRA ESTETISTA E CLIENTE

Obiettivo fondamentale per chiunque lavori nel settore del benessere è certamente ottimizzare la qualità dei servizi che vengono offerti, cercando di migliorare e rendere gradevole l’esperienza d ogni cliente all’interno del salone, non solo sul piano prettamente pratico, ma in modo particolare sul livello emotivo, relazionale e psicologico. Non bisogna mai trascurare un aspetto basilare legato alle motivazioni che spingono le clienti a recarsi nei centri estetici. Tali motivazioni, che si possono definire intrinseche, sono correlate ad esigenze plurime, come quelle di soddisfare sia i bisogni di carattere fisico, sia quelli di natura psicologica, ad esempio essere ascoltate, gratificate e comprese emotivamente. Il centro estetico può divenire allora quell’oasi di benessere, di possibilità di riscoperta di sé, di confronto relazionale e scambio emotivo, dove sperimentare l’importanza della cura del corpo, così come della parte più intima e profonda della propria interiorità emotiva che non può prescindere dall’instaurazione di una valida relazione tra estetista e cliente. Questa relazione non si attiva solo attraverso una dinamica comunicativa basata sulle parole, sul verbale, ma fa leva in modo particolare sul non verbale, sull’accuratezza di quei messaggi impliciti che hanno un grande potere comunicativo e che permettono di favorire l’accoglienza e aumentare il senso di piacevolezza e benessere. Le espressioni del volto, la gestualità utilizzata, l’atteggiamento posturale, la distanza interpersonale, lo sguardo e il sorriso, sono solo alcuni esempi di tutte quelle modalità non verbali che aumentano la possibilità di sintonizzazione emotiva con la cliente, in rispetto delle sue esigenze interiori e delle sue caratteristiche specifiche di personalità, individuabili attraverso un ascolto attivo ed efficace di quanto l’altro comunica, anche indirettamente, che non può essere mai trascurato o giudicato irrilevante. E’ necessario ricordare che il benessere corporeo è strettamente correlato a quello psicologico e per tale motivo la relazione tra estetista e cliente rappresenta un “luogo” privilegiato di incontro fra queste due interdipendenti dimensioni! Quali sono allora le competenze professionali che è necessario possedere per valorizzare e rendere funzionale la relazione con la clientela?

La professionalità si compone sia di una competenza tecnico/pratica, acquisita a seguito di un valido percorso di formazione e di continui aggiornamenti che ne garantiscano il mantenimento, sia di una competenza relazionale, ossia il saper entrare in contatto con la cliente mantenendo sempre alta l’attenzione sul permetterle di sentirsi a proprio agio durante tutta la sua permanenza nel salone. Per questo una buona accoglienza, come impatto iniziale positivo, rappresenta il presupposto per la costruzione di un rapporto professionale valido ed efficace. La cliente deve potersi sentire da subito compresa, anche rispetto alle sue emozioni, a quelle che riesce ad esternare o a quelle che fatica ad esplicitare. All’estetista spetta quindi il compito di apprendere come comportarsi in modo equilibrato e adatto ad ognuna delle sue clienti e questo è possibile soprattutto grazie agli insegnamenti portati dall’esperienza diretta e dal tempo, durante e dopo la formazione, non dimenticando mai che ogni cliente è una costellazione unica e ineguagliabile, che le situazioni possono essere simili ma mai le stesse, che ogni personalità è un mondo nuovo e non paragonabile ad altri. Rapportarsi a tale diversità può sembrare complesso e difficile, ma allo stesso tempo è affascinante e motivo di grande crescita personale e professionale che può aumentare il grado di soddisfazione e la percezione del successo, nel momento in cui si riesce a creare un legame empatico con l’altro, in modo reciprocamente gratificante!

Dott.ssa Ilaria Corona, Psicologa e Psicoterapeuta

CHE COS'E L'ADIPOSITÀ?

NEMICA PER ECCELLENZA DELLE DONNE 

Il grasso localizzato è responsabile di inestetismi come pancetta, coulotte e maniglie dell'amore. In questi casi una parte del grasso corporeo si concentra in specifiche regioni che diventano il serbatoio preferenziale di accumulo dei lipidi in eccesso. Similmente, il termine adiposità localizzata descrive la presenza di un tessuto particolarmente ricco di cellule adipose rispetto alle altre zone del corpo. Questo concetto si contrappone alla cosiddetta "adiposità generalizzata" che indica una distribuzione omogenea del grasso corporeo.. Cause e Fattori di Rischio La formazione dell'adiposità localizzata è influenzata da una molteplicità di fattori che concorrono l'uno con l'altro per dare origine al disturbo. Nel dettaglio, il grasso localizzato:

☆Varia in base al sesso(uomo/donna);

☆Varia in base all'età; ☆Varia in base alla percentuale di grasso corporeo;

☆Varia in base ai propri geni; ☆Varia in relazione alla quantità di attività fisica praticata;

☆ Ha una maggiore sensibilità nei confronti di determinati ormoni.

Adiposità Localizzata uomo/donna

Le zone più frequentemente colpite da fenomeni di adiposità localizzata variano tra i due sessi. Gli uomini manifestano solitamente la cosiddetta struttura di tipo androide o a mela" (massa adiposa concentrata nel viso, nel collo, nelle spalle e soprattutto nell'addome al di sopra dell'ombelico) che si associa, tra l'altro, a livelli più alti di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa.

Nelle donne prevale invece la struttura di tipo ginoide o a pera (massa adiposa concentrata nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell'addome al di sotto dell'ombelico).

Azzurra Ceci

L'IMPORTANZA DELLA BEAUTY ROUTINE

La pulizia del viso quotidiana oppure chiamata la beauty routine è un gesto d'amore di cui la nostra pelle ha bisogno per apparire morbida, luminosa e pulita da ogni impurità. È necessario detergere accuratamente la pelle al mattino appena svegli e alla sera prima di coricarsi. È importantissimo liberare la cute da trucco ed altre impurità che si depositano durante la giornata. La pelle può essere paragonata ad una spugna che durante il giorno cattura ed assorbe smog, inquinamento e polveri ostacolando la fisiologica traspirazione cutanea. Appena svegli si consiglia di massaggiare delicatamente la pelle del viso con un detergente specifico. Talvolta è possibile applicare anche uno scrub viso con prodotti ad azione esfoliante. Anche uno semplice fai da te preparato con una base di zucchero di canna (2 cucchiaini) arricchito con miele (2 cucchiaini)e limone (1 cucchiaio di succo di limone)può aiutare a liberare la pelle dalle cellule morte.

I prodotti cosmetici devono essere scelti sempre in base al tipo di pelle:

• Olio di mandorle dolci per nutrire pelli sensibili delicate e aride.

• Acqua di rose per tonificare una pelle tendente alla dermatite seborroica.

• Creme antirughe per posticipare la formazione (Inevitabile )di questi inestetismi tipici dell'invecchiamento cutaneo.

• Creme anti-age ad effetto simil -filler per le pelli mature.

• Creme con filtri solari particolarmente indicate prima di esporsi al sole.

• Creme all'acido glicolico per contrastare acne e macchie scure.

• Creme idratanti disarrossanti e lenitive per pelli sensibili.

Azzurra Ceci

 

COME SI APRE UN CENTRO ESTETICO?

Non c’è dubbio, sempre più uomini e donne  si rivolgono quotidianamente al loro centro estetico di fiducia  per curare la loro bellezza e, perché no,  il loro benessere psico-fisico. Ecco perché i centri estetici sono tra le attività più proficue e con il più  alto potenziale di successo.

Per aprire un centro estetico occorrono però requisiti specifici.

Primo requisito è l’ATTESTATO DI SPECIALIZZAZIONE PER L’ESERCIZIO DI IMPRESA  rilasciato dopo il biennio di Qualifica Estetista e il Terzo Anno di Specializzazione. Questo Attestato viene rilasciato SOLO da scuole gestite direttamente o autorizzate dalla Regione come LA NUOVA IMMAGINE SNC. Il percorso formativo dura in totale 3 anni ed è l’UNICO che abilita alla professione di estetista e permette l’apertura di un centro estetico.

L’Attestato si consegue all’esito di un Esame teorico e pratico ed è una condizione necessaria per aprire la propria attività in Camera di Commercio.

Terminato il percorso formativo ed ottenuto l’Attestato,  inizia il percorso burocratico per aprire il centro estetico.

In Italia ogni regione chiede requisiti specifici per  l’apertura di un centro estetico, per questo motivo prima di tutto  è bene rivolgersi allo sportello unico per le attività produttive del Comune dove si ha intenzione di aprire il centro. Altro passo importante è quello che riguarda la ASL.

Per aprire un centro estetico, infatti,  è obbligatorio anche rispettare determinate norme igieniche. Anche in questo caso, per conoscere esattamente le norme igienico-sanitarie da rispettare  si consiglia di rivolgersi alla ASL competente.

In ogni caso prima di aprire il centro, bisognerà accertarsi che  il locale scelto per la posizione o altro sia idoneo ad ospitare un centro estetico in base al regolamento comunale e che abbia il requisito dell’agibilità.

Oltre all’Iter burocratico presso la ASL e il Comune, che può variare da Regione a Regione,  per avviare correttamente un centro estetico si ha bisogno di una Partita IVA.

Per l’apertura della partita Iva si consiglia di rivolgersi ad un professionista ( commercialista), lo stesso che una volta aperta l’attività seguirà la contabilità del centro.

Aperta la Partita IVA è necessario effettuare l’iscrizione al registro delle imprese alla Camera di Commercio, aprire le posizioni all’INAIL e all’INPS per sé e per i dipendenti, fare la comunicazione di inizio attività al Comune e chiedere il permesso per l’esposizione dell’insegna.

Ovviamente bisognerà dotarsi di macchinari e apparecchi che siano certificati e a norma di legge, ma questo è un passo successivo che si potrà valutare con il tempo e le esigenze.

Avv. Ilaria Belardinelli

 

Gelato Tutti i Giorni? Si può?

I consigli della nutrizionista.

 

Con il gran caldo la voglia di gelato si fa sentire e spesso ci chiediamo: quanto gelato posso mangiare senza ingrassare? Ovviamente la riposta a questa domanda è: dipende! Valutando il nostro metabolismo ed il livello di attività fisica si può certamente stabilire una porzione giornaliera appropriata ma per fortuna esiste una ricetta semplicissima per fare un gelato buonissimo che possiamo consumare anche tutti i giorni senza rovinarci la linea. Per la preparazione non è necessaria la gelatiera e ci si impiega 5 minuti! Questo tipo di gelato si chiama Nana-Icecream e lo si realizza con un solo ingrediente di base: banane (molto mature) congelate! Per la preparazione sarà sufficiente tirare fuori le fettine dal congelatore e frullarle per 3-5 minuti ad intervalli di 15-20 secondi per ottenere uno splendido gelato dalla consistenza cremosa e spatolabile. Questa preparazione di base si può modificare in mille modi per conferire al gelato diversi sapori. La banana darà al prodotto la consistenza giusta ma potremmo aggiungere essenza di vaniglia e cacao per averne una variante al cioccolato; granella di noci, uvetta, cocco in scaglie o nocciole per aggiungere croccantezza; fragole, mirtilli, amarene o lamponi congelati per delle splendide versioni variegate ai frutti. Essendo composto di sola frutta rilavorata e non avendo grassi aggiunti questo tipo di gelato si presenta come la scelta migliore in termini nutrizionali. E’ ideale per i bambini, va bene per vegetariani e vegani, è privo di glutine e lattosio e può essere consumato anche tutti i giorni. Provate le numerose ricette che si trovano sul web usando come chiave di ricerca Nana-Icream, il vostro corpo vi ringrazierà.

Dott.ssa Ilaria Trezza - Biologo nutrizionista

Iscritta Albo n°AA_070930

                
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